Carlo Mollino
(Torino 1905 – 1973)
Carlo Mollino si laurea in architettura a Torino. La formazione torinese che inizia, con il padre ingegnere, è ispirata dal clima effervescente della Torino degli anni ’30. E’ infatti influenzato dal razionalismo internazionale, dal linguaggio Art Nouveau, dalla tradizione architettonica barocca, dal fermento culturale intorno alla figura di Lionello Venturi e il tutto in un’atmosfera di crescita industriale grazie alla Fiat e alle aziende innovatrici di Gualino. Quella di Mollino è la capacità unica di mediare il razionalismo con forme naturali con una predisposizione all‘“esagerazione” eppure nei suoi progetti nulla è superfluo. Le sue opere nascono dalla somma della sua attenzione per le innovazioni tecniche, per le capacità artigianali unite ai suoi più svariati interessi: dall’arte, all’occultismo, alla fotografia, alla passione per la montagna e per la velocità (è pilota di aerei e di auto da corsa).
Mollino progetta arredi per case private o edifici pubblici che restano unici o in serie limitate. I suoi mobili si riconoscono per le forme sinuose, morbide prese dalla natura, sintetizzate e riprodotte con sperimentazione e tecnica in oggetti estremamente originali e immediatamente ricollegabili al suo estro. Dai progetti di abitazioni come Casa Miller, Casa Minola a Torino, Villa Cattaneo ad Agra (Varese), la Casa del Sole a Cervinia, casa Licitra Ponti a Milano nascono arredi di grande fama. Le sedie per la Casa del Sole; il tavolo Vertebre (1951-54) per Apelli e Varesio una struttura di fogli di tranciato di acero sovrapposti, sfalsati, curvati e incollati a freddo come sostegno per un piano in cristallo. Il tavolino per casa Licitra Ponti in compensato curvato di acero a creare un’onda e piano in cristallo. Mollino non industrializza i suoi arredi. Sarà Zanotta a mettere in produzione il tavolo Arabesco solo negli anni Novanta ma ovviamente apportando variazioni nella messa a punto, dimenticando il pensiero di unicità di Mollino.