Capogrossi Giuseppe nacque a Roma nel 1900. Agli inizi della sua formazione frequentò il liceo classico, terminando gli studi con la laurea in giurisprudenza nel 1926. Nello stesso anno decise di avvicinarsi al mondo della pittura, studiando presso Felice Carena.
Insieme a Cavalli e Di Cocco organizzò la prima mostra a Roma, dove vi visse per una certo periodo alternando lunghi periodi di permanenza a Parigina. Furono questi gli anni in cui ebbe vita il tonalismo di cui lui fu massimo esponente negli anni Trenta.
Nel 1930 partecipò alla biennale di Venezia e da quel periodo iniziarono in una serie dei mostre ed esposizioni che fecero acquisire notevole prestigio alla sua attività di artista. Tra le opere di questo periodo abbiamo I cannottieri, La Piena del Tevere e il Ballo sul fiume. La sua pittura perse negli anni Quaranta il suo slancio tonale mutandosi dopo la guerra volgendosi verso una direzione protesa verso il neocubismo come è possibile notare nelle Due Chitarre.
Fu molto vicino all’astrattismo come è possibile notare nella mostra allestita presso la Galleria del secolo di Roma e a Venezia. Nel 1950 prese parte alla XXV Biennale di Venezia e dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale il Capogrossi divenne uno dei maggiori esponenti della poetica del segno e dello spazio.
Il passaggio graduale dal tonale all’astrattismo fu motivato dalla ricerca di semplificazione dello spazio e della ricerca di un cromatismo incredibilmente variato. In questo modo l’attenzione si sposta dal soggetto alle strutture dello spazio pittorico sino ad abbandonare ogni riferimento con la natura. Morì a Roma nel 1972.