Ippolito Caffi, fu un pittore italiano. Nacque a Belluno nel 1809 dove studiò pittura, contro la volontà dei suoi familiari, fino al 1825 avendo come mentori Antonio Federici e Antonio Tessari. Successivamente alla morte del padre si recò a Padova dove fu ospite del cugino pittore Pietro Paoletti.
Quindi si diresse verso Venezia dove frequentò i vedutisti veneziani del Settecento, ritraendo alcune vedute della laguna.
Caffi in seguito, si trasferì a Roma nel 1832 insieme al cugino per migliorare la propria tecnica ed approfondire gli studi, in particolare il genere della veduta.
Nel 1833 Caffi riuscì a realizzare il suo sogno di aprire uno studio in proprio e dedicarsi definitivamente alla pittura dal vero ed al disegno. Dopo aver preso definitivamente dimora a Roma, Caffi intraprese piccoli viaggi per poter esporre le proprie opere d’arte. Sebbene le tonalità dei suoi paesaggi fossero talvolta cupe e malinconiche, a Roma trovò anche l’ispirazione per dei soggetti più ariosi con colori più chiari e luci delicate.
Arrivò un’importante commissione nel 1841 ovvero la decorazione della sala romana del Caffè Pedrocchi di Padova. Due anni dopo partì alla volta di Napoli e successivamente compì dei viaggi anche in Medio Oriente, in Egitto ed in Grecia per poi rientrare in patria nel 1844.
Nel 1848 il Caffi decise di arruolarsi contro l’Austria ragion per cui raggiunse il Friuli, poco dopo fu catturato ma riuscì ad evadere fuggendo a Venezia. L’anno successivo raggiunse Genova e si susseguirono diverse tappe in città italiane ed estere fra cui: Londra, Torino, Parigi etc.
Nel 1858 durante un soggiorno a Venezia fu arrestato e processato per crimine di pubblica violenza. Rimase incarcerato fino al 1860. Una volta in libertà si unì all’esercito garibaldino, a Napoli e dopo l’Unità d’Italia tornò a Venezia dove ricominciò a dipingere.
Continuò ad intraprendere anche la carriera di soldato e trovò la morte nel 1866 a seguito dell’affondamento della nave Re d’Italia nel corso della battaglia di Lissa.