Agostino Bonalumi è stato un grande pittore italiano e uno dei talentuosi esponenti della corrente dell’arte astratta novecentesca.
Bonalumi nacque a Vimercate nel 1935 e la sua formazione culturale fu indirizzata verso gli studi di disegno tecnico-meccanico per appassionarsi poi alla pittura, arte nella quale fu autodidatta. Le prime esposizioni iniziarono sin dalla sua giovane età e nel 1958 nacque il gruppo Bonalumi, Castellani, Manzoni con una mostra alla Galleria Pater a Milano. Molto giovane entrò, quindi, in contatto con molti esponenti dell’astrattismo del clima artistico milanese. In questo stesso periodo, prese parte al progetto “Azimuth”, una rivista fondata con Castellani e Manzoni, che si proponeva fra gli obiettivi quello di dare un nuovo inizio all’arte informale.
Nel 1961 fu tra i fondatori della Nuova Scuola Europea alla Galleria Kasper di Losanna.
Note sono le sue tele monocromatiche, bianche per lo più, estroflesse con varie tecniche in modo che creassero diversi effetti di luci ed ombre. Bonalumi si fece notare per la grande fantasia e la capacità di creare sempre nuovi giochi di luci ed ombre.
Negli anni sessanta Bonalumi collaborò con numerose gallerie: tra le più note a Milano con la galleria di Arturo Schwarz e con la Galleria del Naviglio con due mostre personali entrambe presenate da Gillo Dorfles. Dopo un periodo di soggiorno nel nord Africa espose alla Galleria Bonino di New York.
Nel 1966 partecipò alla Biennale di Venezia, nell'anno succesivo fu invitato alla Biennale di San Paolo in Brasile e nel 1968 alla Biennale dei Giovani a Parigi.
Negli anni '70 si occupò anche di teatro ideando le scene e i costumi per il balletto "Partita" in scena presso il Teatro Romano di Verona e le scene e i costumi per "Rot" per il Teatro dell'Opera di Roma.
Negli anni settanta-ottanta, in particolare, Bonalumi si divertì a disorientare il pubblico con ombre prospettiche in direzioni opposte alle fonti di luce, questo nuovo modo di fare arte mirava a ribaltare il concetto del pittorico realistico.
Una delle mostre più importanti della sua carriera si tenne nel Palazzo Te di Mantova nel 1980 nella quale venne presentata una grande rassegna della sua produzione.
Tema a lui caro fu la pittura-ambiente affronatato fin dagli anni '60 a Foligno e poi percorso per tutti gli anni '70 (a Dortmund e a Palazzo Reale a Milano) fino al 2002 quando presentò Spazio trattenuto e spazio invaso alla Fondazione Gugghenheim di Venezia.
Gli ultimi anni della sua vita furono segnati dalla malattia ma fu instancabile e curioso artista sino all'anno della sua morte quando collaborò ad una sua importante mostra a Londra nel 2013. Purtroppo non ne vide l'apertura perchè morì a Monza nel settembre dello stesso anno.