Il pittore italiano Bernardo Cavallino nacque a Napoli, con molta probabilità nel 1615 o 1616: infatti, nonostante la sua rilevanza dal punto di vista stilistico, poco si conosce in merito alla sua biografia e soprattutto poche sono le date importanti di cui si è a conoscenza.
Il pittore fu battezzato il 25 agosto del 1616 presso la parrocchia della Carità; secondo alcuni dati tuttavia non certificati, sembra che il pittore avesse quattro fratelli maschi, ma le informazioni rispetto alla sua prima formazione ed alla sua biografia sono tutt’ora incerte e poco chiare.
Tra i personaggi che ci forniscono maggiori dettagli spiccano il Prota Giurleo, ed il De Dominici: questi ci danno alcune informazioni biografiche e culturali, con alcune differenze. Il primo è sicuramente più attendibile del secondo riguardo le informazioni biografiche, mentre il secondo ci fornisce alcuni dettagli sul suo stile pittorico e sulle sue influenze culturali.
Sono ottanta le opere attribuite a Bernardo Cavallino, ma le certezze sono poche anche da questo punto di vista: si sa che solo dieci di questi dipinti sono stati firmati dall’artista, anche perché è nota la sua collaborazione con committenti privati, altri artisti e collezionisti.
Le fasi artistiche ben comprensibili nella carriera del pittore sono due: nella prima, si nota una certa influenza del suo maestro Andrea Vaccaro, soprattutto per quel che riguarda l’uso del colore, e di Massimo Stanzione. Di questo periodo si ricorda, ad esempio, Maestro dell’Annuncio ai Pastori, ed una certa attenzione alla cultura barocca, con una personalità che si contraddistingue come originale e creativa.
Nel secondo periodo, la sua attenzione si spostò verso un’altra artista del tempo, Artemisia Gentileschi, di cui però non apprezzava tutto il genio stilistico.
Tra le opere di maggiore respiro, si ricorda L’Estasi di Santa Cecilia del 1645 e La Vergine del 1650, ma anche altri dipinti come Il Massacro degli Innocenti e Il centurione e Mosè salvato dalle acque.
Da non dimenticare La Pietà, attualmente conservata nel museo Diocesano di Molfetta.
Secondo le poche informazioni biografiche, sembra che sia stata un’epidemia di peste, nel 1656, la causa della morte del pittore, sepolto nel Cimitero Monumentale di Napoli.