Nasce ad Albaro, Genova, nel 1557 ed è stato un pittore italiano attivo soprattutto a Genova e in Liguria, anche se viaggiò molto.
Bernardo Castello imparò l’arte della pittura nella bottega di A. Semino ed ebbe gli insegnamenti di L. Cambiaso, sposò Livia di Antonio da Savignone che gli diede sedici figli.
Fu molto lodato e apprezzato da tutti i più famosi letterari del suo tempo, strinse amicizia e nutrì, per tutta la vita, una profonda ammirazione per Torquato Tasso, tanto da illustrare la Gerusalemme Liberata, sia la prima edizione del 1590 che la seconda del 1671.
Per il pittore genovese istoriare la Gerusalemme Liberata fu sicuramente l’idea della vita e attese fino al 1586 per ricevere l’approvazione di Torquato Tasso. Fu il capostipite della scuola ligure che ha dato alla Liguria artisti di valore internazionale e tra i suoi allievi c’era Simone Barabino che per gelosia pittorica lo contrastava continuamente fino ad abbandonare la sua bottega nel 1605.
A Roma eseguì una pala per la basilica vaticana che è andata perduta, lavorò per il duca Carlo Emanuele I di Savoia e nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva, nel Palazzo Colonna e nel Palazzo del Quirinale.
Nei suoi affreschi e dipinti si sente l’influenza di maestri come Agostino Caracci e influenze pittoriche del Cambiaso, modi e tecniche a cui è stato sempre legato. Morì a settantadue anni nell’ottobre del 1629 dopo una breve malattia, poco prima di dipingere un quadro per la Basilica di San Pietro.
Fu sepolto nella chiesa di San Martino d’Albaro, sua città natale. Il più giovane dei figli Valerio divenne uno dei maggiori pittori genovesi del Seicento, anche senza l’aiuto del padre che morì quando aveva appena sei anni.