Pittore italiano che poté contare su un discreto successo sia durante la sua esistenza che dopo la sua morte, Evaristo Baschenis fu senza alcuna ombra di dubbio uno dei più importanti pittori del Seicento soprattutto per aver creato una tipologia di opere del tutto nuove rispetto a quelle che erano le abitudini di quei tempi.
Baschenis nacque a Bergamo il 4 dicembre 1617: era figlio di un pittore, Pietro, che era appartenuto ad una famiglia di pittori, un vero e proprio lignaggio. Si comprende, quindi, come Evaristo fosse in un certo senso figlio d’arte e come la sua capacità pittorica fosse in qualche modo ereditata, seppur in parte, dal padre.
Ma ciò che colpisce di quello che è considerato tutt’oggi uno dei migliori pittori bergamaschi del suo tempo e i suoi dipinti famosi lo testimoniano, fu proprio l’innovazione pittorica di cui egli fu capace, portando una ventata di novità nelle nature morte a cui si era abituati: niente frutta né fiori, ma violini, liuti, strumenti musicali, opere che dovevano anche rappresentare il suo interesse non solo per l’arte in generale, ma anche per la musica. Non è comunque un caso che prima di arrivare a questa nuova consapevolezza pittorica volta alle nature morte in cui gli strumenti musicali la facessero da padrona, il pittore avesse già dipinto nature morte di altri generi, non disdegnando le Madonne ed anche qualche ritratto.
A questo proposito, si ricorda un autoritratto in cui Evaristo dipinse la propria figura intenta a suonare la spinetta (il cosiddetto Trittico Agliardi); e si capisce, proprio da questa opera, che il pittore amava l’arte in ogni sua forma, non solo pittorica ma anche musicale.
Allievo del padre, almeno in un primo tempo, Evaristo ebbe modo di attingere anche da altri pittori, soprattutto veneti: ebbe un interesse soprattutto per le opere del Caravaggio che, con molta probabilità dovettero essere particolarmente formative e di ispirazione per la composizione delle sue nature morte Il pittore morì a Bergamo il 16 marzo 1677.