Anton Sminck van Pitloo nacque ad Arnhem, il 21 aprile del 1790 (o, secondo altre fonti, l’8 maggio dello stesso anno), e fu un famoso pittore e paesaggista olandese.
Fin da giovanissimo mostrò subito una grande passione per le belle arti, tanto che frequentò i corsi di disegno e di pittura presso la scuola di un discreto acquarellista e pittore, tale H. J. Van Ameron.
In seguito, grazie ad una borsa di studio offertagli da Luigi Bonaparte, re d’Olanda e fratello del grande Napoleone, si trasferì a Parigi, continuando a studiare e ad affinare il proprio stile con maestri del calibro dei pittori Jean-Victor Bertin e Jean Joseph Xavier Bidauld, e, pochi anni più tardi, nel 1811, si recò a Roma, dove si stabilì presso una comunità artistica di suoi connazionali.
Tuttavia, con la caduta dei Bonaparte, avvenuta nel 1815, i sussidi cessarono, e Pitloo fu costretto a trovarsi una nuova sistemazione. Si recò quindi a Napoli, presso la corte del politico, diplomatico ed estimatore d’arte Grigory Vladimirovich Orloff, un conte russo.
Fu a Napoli che l’arte di Pitloo si consacrò, e dove realizzò i suoi dipinti antichi più celebri e degni di nota. A partire dal 1816 divenne anche insegnante di paesaggio presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dopo aver vinto un concorso pubblico, mentre pochi anni più tardi creò una propria scuola, divenendo fondatore della cosiddetta Scuola di Posillipo, e facendo da maestro a grandi artisti del calibro di Gabriele Smargiassi e Giacinto Gigante. Fra i suoi dipinti antichi più noti, si ricordano La veduta di Ischia col castello aragonese, Castel dell’Ovo dalla spiaggia, La lanterna del molo.
Nel 1837 fu una delle tante vittime dell’epidemia del colera, malattia che lo uccise prematuramente il 22 giugno dello stesso anno.