Andy Warhol, considerato a pieno titolo uno dei più grandi geni artistici del suo secolo, nasce a Pittsburgh (Pennsylvania) il 6 agosto 1928: in realtà è slovacco e si chiama Andrew Warhola, ma americanizza subito il proprio nome.
Trova una propria personalissima forma d’arte nel metodo serigrafico, ossia nella ripetizione continua di un’immagine, che viene così svuotata del proprio significato per ridursi a semplice forma grafica. È questa l’idea che sta alla base della Pop-Art, corrente artistica nata intorno agli anni 50, di cui Warhol è uno dei maestri indiscussi, che faceva della ripetizione e dell’utilizzo della pubblicità un simbolo della standardizzazione dell’uomo moderno.
Warhol non è stato, però, soltanto artista serigrafico ma anche regista di lungometraggi (ricordiamo Sleep, Chelsea Girls, Lonesome Cowboys ed altri). Nella sua vita artistica possono essere annoverate anche esperienze come autore di film sperimentali, (ossia film che riprendevano in maniera fissa una sola azione nel corso del suo svolgimento temporale), autore di pubblicità per riviste quali Vogue e Glamour e successivamente per la Commodore (azienda che lanciò un nuovo computer sul mercato), vetrinista, scrittore (Andy Warhol index book), scultore (realizzò alcuni modelli delle sue pubblicità più famose come il detersivo Brillo) , sostenitore di musicisti (Velvet Underground, Loredana Bertè), e creatore della Silver Factory.
Quest’ultima in particolar modo è stato il più noto studio laboratorio di Warhol, teatro di molti progetti artistici tra il 1963 e il 1968, luogo ove l’artista raccoglie tutti gli “originali” del suo tempo e dove da vita ad un’altra “opera”, ossia delle pellicole (Screen Test) utilizzate per riprendere tutti coloro che volevano far parte della Silver Factory per tre minuti: ogni “ritratto” è costituito da persone che non sbattono le palpebre e che non si muovono, maniera ideale secondo Warhol per fissare la personalità di un individuo. Muore a New York il 22 febbraio 1987.