Giuseppe Amisani, pittore italiano, nacque a Mede Lomellina nel 1881 in una famiglia di tabaccai.
Si trasferì a Milano nel 1895 dove alloggiò presso lo scultore Felice Bialetti, che morì di lì a poco. Successivamente decise di seguire i corsi dell’Accademia di belle arti di Brera, in particolare di Giuseppe Tallone, non in modo regolare come tutti, non potendoselo permettere, ma sostando sull’impalcatura di un muratore.
La grande passione per la pittura lo spinse a trovare il denaro necessario per una regolare iscrizione. Fra i suoi mentori ricordiamo Cesare Tallone e Bignami.
A causa delle scarse finanze si ritrova a dover lasciare la scuola, almeno fino agli inizi del novecento quando finalmente le opere di Giuseppe Amisani iniziarono a riscuotere un certo successo. Le opere che lo portarono al successo furono “La Cleopatra Lussuriosa” e “Dottore”. Tornò nella sua città natale dovette ricevette l’incarico ufficiale di affrescare la Chiesa della Confraternita (Candia Lomellina) e la Chiesa della Trinità. Ma il meglio del talento artistico, Amisani lo esprime nel genere della ritrattistica, molto famoso è “l’Eros” del 1908, ritratto che vinse il premio Mylius.
Nel 1912, dopo un viaggio a Parigi, vinse il premio Fumagalli con il “Ritratto di Lyda Borelli”, l’opera fu poi acquistata dal Museo di San Paolo in Brasile. Da qui in poi Amisani si dedicò soprattutto ai ritratti, ai volti di donna, ed ai paesaggi. Il maggiore successo, l’artista lo riscosse proprio in Brasile, dove soggiornò nel 1912. Negli anni successi, viaggiando molto fra Londra e Milano, continuò una ricca produzione di ritratti femminili (1914).
Attorno al 1920 fu convocato dal Fu’ad I d’Egitto per affrescare l’Ras El-Tin Palace, la futura sede del Palazzo Reale e del Governo. Nel 1926, ricevette un altro prestigioso incarico dal Governatore di Rodi a cui seguono viaggi in Spagna ed in Olanda.
Morì d’infarto, nel 1941, durante una passeggiata sulla riva di Portofino.