Nato a Parma nel 1883, Amedeo Bocchi apprese dal padre i primi rudimenti della pittura ed entrò giovanissimo all’Accademia di belle arti di Parma per poter seguire gli insegnamenti di Cerone Barilli che lo avvicinarono allo stile e l’arte impressionista. Legò molto durante i suoi anni di corso con lo scultore Renato Rozzi.
Frequentò i corsi triennali di nudo all’Accademia di belle arti a Roma, pur sempre continuando a mantenere rapporti con la sua città natale e il suo ambiente artistico grazie anche all’amicizia con Barilli. Nelle prime opere giovanili Bocchi si avvicinò allo stile impressionista pur mostrando la sua propensione al realismo traendo ispirazione dalla realtà del mondo del lavoro. Di questo periodo fu infatti il Battesimo, la Rivolta e il Cassoniere.
Nel suo viaggio a Padova iniziò a lavorare per lo studio di Achille Casanova, aiutandolo nella realizzazione di un ciclo di affreschi per la basilica del Santo, grazia al quale acquisì la tecnica dell’affresco e lasciandosi influenzare dallo stile preraffaellita. Partecipò alla biennale di Venezia con la Violinista e Villa Borghese.
Espose alla Mostra della Società degli amatori e cultori di belle arti di Roma nel 1920 con il dipinto Nella Veranda. La sua arte fu apprezzata anche all’estero anche se prevalentemente la sua arte si svolse tutta a Roma.
Di notevole importanza è il ciclo di opere realizzate tra il 1919 al 1934, prevalentemente legate al tema del lavoro e della vita nell’Agro Pontino, tutte fatte con un cromatismo acceso e personale dove la luce si espande in ampie e trasparenti campiture. La tema predominante è quindi quella sociale, a cui fa da sfondo la vita agreste dove la fatica e il dolore della realtà contadina, si collocano in un generico dolore nei confronti della vita. Morì a Roma nel 1976, rimanendo per sempre nella sua città eterna.