è stato un grande scultore statunitense nato a Lawton nel 1898, è conosciuto soprattutto per le sue sculture di
e progettazione di diversi tipi di oggettistica, soprattutto giocattoli.
Proveniente da una famiglia di importanti artisti, Alexander Calder non può fare a meno di ereditare tale passione e si iscrive alla Art Students League di New York ed uno dei suoi primi incarichi è quello di disegnare il Ringling Brothers and Barnum and Bailey Circus: dopo questa esperienza Calder rimane affascinato dal tema circense che riprenderà in futuro. Nel 1926 si trasferisce a Parigi, nel quartiere artistico di Montparnasse ed inizia a produrre giocattoli e a progettare il Circo Calder, miniatura con cui elaborava veri e propri spettacoli.
Tornato negli Stati Uniti,
Alexander Calder tiene, nel 1928, le prime mostre personali presso la Galleria Weyhe a New York ed il museo The Renaissance Society della Università di Chicago. Nel secondo viaggio a Parigi conobbe la futura moglie e tanti artisti, tra cui Mirò, Duchamp e Mondrian. La sua permanenza a Parigi lo convertì all’astrattismo.
Le
sculture di Calder si distinguono in
mobiles stabiles, in cui le prime sono composte da filo di ferro e sospese in aria, mosse quindi dalle correnti d’aria, mentre le
stabiles sono grandi strutture poggianti a terra in legno, metallo o altre leghe. Dagli anni ’50 le sculture di Alexander Calder propongono sempre più un carattere monumentale di cui splendidi esempi sono
El Sol Rojo, realizzato per i giochi olimpici di Città del Messico, il
Teodelapio di Spoleto, unica presente in Italia,
Man per l’Expo ’67 di Montréal,
La Grande Vitesse a Grand Rapids in Michigan, ed il
Flamingo a Chicago.
Negli ultimi anni della sua vita lavora alla riproduzione di alcuni modelli aeronautici in occasione del Bicentenario degli Stati Uniti.
Calder muore a New York nel 1976.
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