Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, fu un pittore italiano nonché un maestro del Rinascimento bresciano i cui quadri furono soggetti all’influenza dell’arte veneta, con chiari rimandi al Tiziano.
Bonvicino nacque a Brescia nel 1498 e qui si svolsero i suoi studi presumibilmente sotto la guida di Vincenzo Foppa. Il suo debutto avvenne attorno al 1511 con la lunetta con l’Incoronazione della Vergine con Santi e donatori posta in San Giovanni Evangelista a Brescia, a cui seguì tre anni dopo una decorazione per un monastero di Santa Croce.
Di questo stesso periodo annoveriamo fra i dipinti dell’Alessandro Bovincino: il Cristo con gli animali, Cristo benedice il Battista e la Madonna in trono col Bambino tra i santi Giacomo Maggiore e Girolamo.
Nel 1518 eseguì altri due lavori molto importanti: le ante d’organo del duomo vecchio di Brescia e il Cristo con la croce e un devoto dell’Accademia Carrara di Bergamo. Due anni dopo si trovò in viaggio in Veneto al ritorno del quale dipinse lo stendardo processionale della Confraternita delle Sante Croci. Fu la volta quindi, nel 1522, di un viaggio a Padova e di un’importante contratto per lo stendardo del Collegio della Mercanzia.
Dal 1526, il Bonvicino, si dedicò anche all’arte del ritratto, traendo ispirazione dalle opere di Lotto e Holbein, eseguendo quadri come il Ritratto di gentiluomo. Verso la fine di questo periodo il Bonvicino si dedicò ad opere come: la Madonna col Bambino e san Giovanni Battista fanciullo in gloria con i santi Benedetto, Paterio, Eufemia e Giustinaora, l’Incoronazione della Vergine con i santi Michele Arcangelo, Giuseppe, Francesco d’Assisi e Nicola di Bari e l’Apparizione della Madonna al sordomuto Filippo Viotti.
Negli anni ’30 del cinquecento realizzò invece: la Santa Margherita d’Antiochia tra i santi Girolamo e Francesco d’Assisi, la Santa Giustina di Padova e un donatore, la Strage degli innocenti, la Pala Rovelli per Santa Maria dei Miracoli a Brescia, la Madonna col Bambino ed i santi Andrea, Eusebia, Domna e Domneone.
Anche negli anni ’40 del cinquecento, il Bonvicino, continuò a dedicarsi all’arte sacra. Risalgono a quest’epoca opere come: le ante d’organo per San Giovanni Evangelista a Brescia, il Presepe per Santa Maria delle Grazie, il Cristo e l’angelo, la Cena in casa del Fariseo e la Caduta di san Paolo.
Degli anni ’50 del cinquecento non si hanno molte notizie, il Bonvicino morì a Brescia presumibilmente attorno al 1554.