Il pittore Albrecht Dürer fu figlio di un orefice ungherese, e sebbene la sua prima formazione sia stata orientata, secondo tradizione, proprio sulle tracce del mestiere del padre e del nonno (l’orefice Hieronymus Holper, padre di sua madre Barbara), è ad oggi considerato uno dei più importanti esponenti della pittura rinascimentale tedesca.
Nella sua formazione stilistica si ricorda in particolare la data del 1496, quando il giovane Albrecht venne fatto studiare presso la bottega del pittore Wolgemut: proprio grazie all’insegnamento del maestro, il giovane artistaebbe modo di esercitarsi con dei disegni, di cui ricordiamo un autoritratto a matita del 1484, ed altri disegni.
Il primo dipinto di cui si ha notizia è il Ritratto del padre, del 1490, conservato presso gli Uffizi; nel corso di quegli anni, il pittore fu autore di altre opere come La miniatura di Gesù Bambino del 1493, e l’incisione della Madonna della libellula. Nel 1493, il pittore creò invece l’autoritratto conservato al Museo del Louvre.
Sposatosi nel 1494 con la figlia di Hans Frey, l’artista si spostò a Venezia per circa un anno: qui, egli ebbe modo di conoscere l’ambiente stilistico italiano dal quale, però, non si lasciò particolarmente influenzare, rimanendo fedele alla rappresentazione umile e semplice della realtà, come si nota nelle opere Adorazione dei Magi del 1504, Madonna con molti animali, e nelle incisioni in legno come quelle rappresentative della Vita della Madonna.
Rientrato a Venezia fino al 1506, fu autore di quello che è considerato a tutti gli effetti uno dei capolavori più intensi, ovvero La Festa del Rosario e di altre opere come quelle rappresentanti Gesù tra i dottori.
A Norimberga il pittore spostò la sua attenzione verso le incisioni, soprattutto quelle in rame, come quelle che hanno per tema morte, cavalieri, demoni. Poi, l’artista si dedicò a disegni a carbone e gesso, e ad altre opere di cui si ricorda l’espressione stilistica come Figure degli Apostoli e le incisioni di Federico il Savio e di Erasmo da Rotterdam.