Nato a Bologna nel 1557, Agostino Carracci fu allo stesso tempo pittore ed incisore italiano, la cui prima formazione fu orientata al tardomanierismo bolognese: infatti, verso i dieci anni il giovane artista ebbe modo di formarsi presso la bottega di un orafo (che fu utile per insegnargli l’arte dell’incisione), e successivamente il pittore poté apprendere i rudimenti dell’arte presso diversi laboratori (si ricordano la bottega di Prospero Fontana, e lo studio di Domenico Tibaldi, architetto).
Nel 1581 iniziò a viaggiare, dapprima a Parma (dove tornò poi tra il 1586 ed il 1587) e poi a Venezia nel 1582, e tra il 1587 ed il 1589, ma se le sue prime opere pittoriche arrivarono più tardi, già nel 1574 era stato autore di alcune incisioni nelle quali si poteva già apprezzare una certa capacità imitatoria di Michelangelo, Veronese, Tintorettoed altri maestri.
Agostino Carracci ebbe modo di collaborare insieme al fratello Annibale ed al cugino Ludovico Carracci: è proprio in queste collaborazioni – di cui si ricordano gli affreschi intitolati Storie di Giasone e Medea, presso Palazzo Fava, e Storie di Romolo, a Palazzo Magnani, i primi del 1584 ed i secondi del 1592 – che si nota tutta la sua attenzione verso gli stili delle città che lo hanno ospitato.
Nel 1584 fu autore di quello che è considerato a tutti gli effetti uno dei suoi capolavori, la Comunione di San Girolamo, che attualmente si trova presso la Pinacoteca di Bologna: qui è possibile notare le influenze di artisti come Tiziano, Tintoretto, Raffaello, e molti altri.
Due anni dopo, invece, compose la Pala con la Madonna con Bambino e Santi: in questa ed anche in altre opere di quegli anni, si nota una personalizzazione ed una maturazione stilistica del Carracci sia dal punto di vista dell’uso delle pennellate e dei colori, sia dal punto di vista delle proporzioni.
Tra le altre opere degne di menzione, si ricordano ancora la decorazione della volta della Galleria di Palazzo Farnese, del 1598, insieme al fratello; e la decorazione di Palazzo del Giardino iniziata due anni dopo, ma rimasta incompleta: nello stesso anno, il 22 marzo, si spense a Parma.