Adolf Wildt nasce nel 1868 a Milano e fu un noto scultore e pittore italiano. Fu primogenito di sei figli e sin dalla giovane età iniziò subito a lavorare prima come garzone presso un barbiere poi presso un artigiano marmista. A soli undici anni inizia a lavorare per lo scultore Giuseppe Grande svolgendo prettamente mansioni di fatica.
Nel 1888 inizia un lavoro in cooperativa con altri scultori lombardi iniziando ad avvicinarsi sempre di più all’arte scultorea. A Brera inizia a frequentare la scuola Superiore d’Arte Applicata e nel 1886 decide di frequentare il corso accademico di Disegno e Figura.
Si sposa con Dina Borghi, sua musa ispiratrice per il ritratto della Vedova, esposto nel 1894 presso la Società d’Arte Moderna di Roma. Fu questo l’anno in cui conobbe Franz Rose, amico e datore di lavoro che gli garantì una sicurezza economica fornendogli numerose commissioni.
Inizia a viaggiare per l’Europa dove iniziò a esporre le sue opere sia pittoriche che scultoree. Nel 1900 inizia la sua prima opera monumentale nota con il nome il Santo, il Giovane e la Saggezzache vince alla Triennale di Brera nel 1912 il premio Principe Umberto.
L’arte di Wildt prende inizialmente spunto da un sottofondo romantico del tardo Ottocento per poi sfociare nell’Art Nouveau caratterizzata da un forte simbolismo. I suoi busti rappresentano un esempio di purezza assoluta grazie anche alla levigatezza delle superfici di marmo ottenuta ripassando ripetutamente la superficie con stracci imbevuti di urina. La sua arte è spesso collocata alla soglie dell’Espressionismo come dimostra lo stile che caratterizza il suo Autoritratto del 1908. Mori a Milano nel 1931.