Vittorio Amedeo Cignaroli, in origine Vittorio Giuseppe Gaetano ma chiamato così in onore del nobile padrino Vittorio Amedeo di Savoia, marchese di Susa. Nasce nel 1730 ed inizia la propria formazione artistica nella bottega del padre, già pittore alla corte dei Savoia, di cui anch’egli farà parte dal 1749 fino al 1794.
A soli diciannove anni lavora come paesaggista alla Reggia di Venaria, e dal 1753 compone arazziraffiguranti scene bucoliche, paesaggi idilliaci che rimandano al gusto arcadico.
Successivamente realizza molti dipinti per altre residenze sabaude, tra cui la Palazzina di caccia di Stupinigi: nove dipinti con scene di caccia e rappresentazioni campestri o boschive,tra cui la serie della Caccia al cervo, considerata tra le sue opere migliori. Assieme al figlio Angelo lavora anche alle decorazioni delle sovrapporte del Castello di Moncalieri, e a seguito di questi grandi lavori riceve il titolo di professore alla Reale accademia di pittura e scultura di Torino e viene nominato pittore di Corte dal Re di Sardegna Vittorio Amedeo III.
Dalla collezione reale studiò inoltre i dipinti dei maestri fiamminghi, da cui trasse ispirazione per due cartoni per arazzi che vennero poi completati da Francesco Demignot: Contadini e un giocoliere che fa ballare un finto orso e Giovani a colazione sull’erba con due contadine, del 1760 circa. In tardo periodo, nel 1794, presso il Castello di Rivoli si occupa della decorazione della camera di Madama Beatrice, con tipici soggetti paesaggistici della Savoia.
Molte opere del Cignaroli andarono perse ma tra quelle che rimangono vanno ricordate le quattro sovrapporte con Storie dell’Antico Testamento nel palazzo Chiablese a Torino, risalenti al tardo periodo, alcuni paesaggi fluviali nel castello di Aglié ed altri paesaggi con scene di caccia presso Villa Carpeneto , oltre a numerosi altri dipinti conservati nelle collezioni private europee. Il Cignaroli muore a Torino nel 1800.