Daniele Crespi è stato un pittore italiano. Sono incerti il data e il luogo di nascita del pittore ma i documenti testimoniano la sua nascita a Milano alla fine del Cinquecento.
Di lui si conosce, però, qualche dettaglio sulla famiglia, una famiglia di pittori di Busto Arsizio. Questo è il motivo per cui molti ritengono che questa fosse la sua città natale e a Busto Arsizio è nato anche una delle sue guide, Giovan Battista Crespi detto il Cerano.
Le sue primissime opere sono datate 1619 e testimoniano la notevole precocità del pittore. Sono entrambe conservate nella chiesa di San Vittore al Corpo a Milano: la decorazione della cappella di S. Antonio e i pennacchi della cupola con i Quattro evangelisti.
La realizzazione di queste importanti e altre opere artistiche come la Decollazione del Battista nella cappella di S. Giovanni e l’Adorazione dei magi in Sant’Alessandro in Zebedia, appartengono al periodo giovanile del pittore che non aveva ancora vent’anni.
Sempre in questo periodo si ricorda la decorazione della cappella dell’Annunciata nella Basilica di Sant’Eustorgio e le tele per la chiesa di S. Protaso ad Monachos e ora in S. Giovanni a Busto Arsizio. Subì molte influenze artistiche, passò dal manierismo di Camillo Procaccini, a quello di Cerano ma non disdegnò il realismo di Rubens, del Morazzone, di Andrea De Ferrari e dei pittori spagnoli.
Circa verso la metà degli anni venti dipinse per i Lateranensi di Santa Maria della Passione, altro celebre ordine monastico di Milano, alcune figure di santi nella navata centrale, il Cristo sorretto da un angelo e le ante d’organo con la Lavanda dei piedi, l’Innalzamento e la Deposizione dalla croce e Il digiuno di San Carlo Borromeo, considerato uno dei suoi più importanti lavori.
Daniele Crespi raggiunse l’eccellenza con La cena di San Carlo Borromeo e col Ciclo di San Bruno, tutti e due a Milano, il primo nella chiesa di Santa Maria della Passione e il secondo nella Certosa di Garegnano. Daniele Crespi fu anche uno stimato ritrattista. Importanti e riconosciuti sono l’Autoritratto degli Uffizi, il ritratto di Manfredo Settala della Pinacoteca Ambrosiana, il Ritratto del chirurgo Enea Fioravanti del Castello Sforzesco e il Ritratto di gentiluomo con barba. Morì di peste nel 1630, poco più che trentenne, a Milano.