Antonio Cifrondi nacque a Clausone (Bergamo) nel 1656. Della sua formazione non si hanno notizie del tutto certe: sembra che da piccolo frequentò la bottega di un tal cavalier Dal Negro, il quale lo iniziò alle pratiche pittoriche. Nel 1671 vinse una borsa di studio a Bologna, dove ebbe l’opportunità di frequentare la famosa scuola di Franceschini ed affinare le sue tecniche, entrando in contatto con il manierismo.
Decise poi di intraprendere un viaggio prima a Torino e poi in Francia, insieme al fratello.
Dei dipinti antichi di Torino non si hanno tracce, ma sappiamo che in Francia ebbe molto successo e che strinse amicizia con il duca d’Harcourt, suo mecenate.
Alla fine degli anni ottanta Cifrondi ritornò in patria ed è proprio allora che risalgono le sue prime opere documentate. Nel 1688 gli vennero commissionati diversi dipinti per la parrocchiale di Clusone: sette scomparti della volta della chiesa rappresentanti l‘Incoronazione della Vergine, il Giudizio, scene di Angeli con tromba, Angeli musicanti. In più, alcune tele degli altari tra cui la Madonna che appare a s. Antonio e il Battesimo di Gesù.
Realizzò molti lavori anche nell’area bergamasca. I più importanti sono gli affreschi dei soffitti delle Sagrestie di Alzano Lombardo che raffigurano le Scene della Passione di Cristo.
All’inizio del settecento operò nel convento di Santo Spirito dove, in cambiò di ospitalità, portò a termine più di cinquanta dipinti, di cui cinque sono tuttora esistenti (S. Giovanni Evangelista, S. Marco, S.Matteo, S. Luca, S. Pietro), mentre gli altri sono stati portati in altri posti. Pian piano il pittore venne conosciuto e apprezzato, soprattutto grazie ad una serie di cicli dipinti con cui arricchì Villa Zanchi di Rosciate.
Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Brescia, dove morì nel 1730.