Bartolomeo Manfredi è stato un pittore italiano molto presente alla fine del XVI secolo. Allievo di Cristoforo Roncalli seguì come tanti altri pittori che conobbero il Caravaggio la corrente caravaggesca della prima ora, uno stile naturale che incontrò il favore della critica e della committenza.
Oltre a lui si annoverano tra i seguaci di Caravaggio, Cecco del Caravaggio, Carlo Saraceni e lo Spadarino. Il Manfredi imitava soprattutto lo stile delle figure, soldati, musicisti e frequentatori d’osteria, e questo suo modo di dipingere fu definito da uno pittore e storico d’allora nel libro “Accademia tedesca di architettura, scultura e pittura” del 1675.
La sua tecnica e il modo di dipingere furono seguiti da Gerrit van Honthorst e Gerard Seghers e dai frequentatori della sua bottega e da Valentin de Boulogne, Nicolas Régnier, pittori del nord Europa.
La sua opera pittorica fu a lungo considerata negativamente. Fu, infatti, visto spesso come un falsificatore delle opere di Caravaggio e poi grazie a studi fu rivalutato lui e la sua arte e gli venne riconosciuto il merito della diffusione del caravaggismo, uno dei pochi capace di creare l’atmosfera contemporanea e naturalistica che si trovava nelle opere del Caravaggio.
Firenze ha dedicato alla sua opera un’intera stanza nella Galleria degli Uffizi dove si trova proprio uno dei suoi lavori più celebri, Il Concerto musicale (1610-1620), distrutto durante un’azione terroristica nel 1993, ora sostituito da una copia.
In questo dipinto che mostra persone intorno a un tavolo impegnate a suonare gli strumenti c’è tutto lo stile manfrediano. Un’altra opera molto rappresentativa di Bartolomeo Manfredi è La stanza delle guardie (1615-1620), conservata alla Gemäldegalerie di Dresda.
Anche in quest’opera si nota altrettanto bene il suo stile. Un opera altrettanto nota e che presenta un inedito modo di pittura è, infine, Il Castigo di Cupido (1605-1610) dipinto per niente caravaggesco con contrasti decisi e colori accesi e smaltati.