Antonio Bueno è stato grande pittore protagonista del '900. Nacque a Berlino in Germania e il padre era un corrispondente del quotidiano ABC di Madrid.
Trascorse l'infanzia in Spagna e poi si dedicò allo studio dell'arte in Svizzera a Ginevra.
A Parigi allievo di Bianchet prima e di Guerain poi e non ancora ventenne nel 1938 espose in una mostra collettiva al Salon des Jeunes. Tra il 1940-'41 fece numerosi spostatmenti tra Italia e Svizzera fino a trasferirsi a Firenze nel 1941 dove consoce Annigoni e altri artisti e pensatori antifascisti.
Ebbe prima un’esperienza impressionista, poi nell’immediato dopoguerra con il fratello Xavier Bueno e Annigoni fece parte del gruppo “Pittori moderni della Realtà“ stringendo rapporti con De Chirico. In quegli anni conosce anche Sanguineti e Camus.
E’ del 1953 la sua prima esposizione personale alla Bussola di Torino. Ne seguiranno altre al Cavallino di Venezia, alla Vigna Nuova di Firenze, alla Galleria Numero di Firenze, alla Barbaroux di Milano.
Nel 1956 espone alla Biennale di Venezia con una composizione di pipe di gesso, gusci d'uovo e gomitoli che definisce neometafisiche.
Uomo dal carattere irrequieto, fu segretario della rivista “Numero” e portò avanti numerose ricerche. Fu pittore astratto, neometafisico, verista e segnaletico e pop art.
La sua grande passione per la ricerca artistica l’ha portato a utilizzare e, quindi, ad affezionarsi ad alcune immagini ripetutamente, immagini di pipe, donnine, pompieri.
Solo pochi mesi prima della sua morte ebbe la sua consacrazione e fu alla Biennale di Venezia del 1984. Era già gravemente ammalato e nonostante ciò presentò una serie di opere magistrali, che rappresentano il meglio della sua produzione.