Andrea Pozzo nacque a Trento da Jacopo e Lucia Pozzo il 30 Novembre 1642. Frequentò fino all’età di diciassette anni la scuola dei Gesuiti della città ma il padre, visti gli scarsi risultati e la passione del figlio per il disegno, decise di mandarlo come apprendista presso un pittore.
Quindi, Andrea Pozzo apprese l’arte della pittura ma scelse nel 1665 la vita religiosa entrando nella Compagnia di Gesù. Sono poche le notizie riguardo la sua vita di uomo.
Una documentazione dell’Archivio ARSI lo descrive come uomo di chiaro ingegno, modesto che svolgeva il suo lavoro sempre con dedizione. Riguardo alla sua arte la documentazione esprime un enorme apprezzamento per le sue doti artistiche.
Andrea Pozzo, nonostante le eccezionali qualità riconosciutegli, nonostante fama e talento, resterà sempre un uomo modesto e semplice. Non solo i Padri Gesuiti ma anche i laici sono concordi sulle eccezionali qualità di artista e di uomo.
Fra il 1672 e 1675 il giovane Pozzo, nonostante nella Compagnia assolvesse anche le mansioni di cuoco, ricevette richieste da molte città d’Italia tra cui Genova, Milano, Torino e Mondovì, dove nel 1676 dipinse la sua prima grande opera a fresco, nella Chiesa che i Gesuiti dedicano a San Francesco Saverio.
La sua creatività e la sua fama erano in continuo aumento e diventò sempre di più il simbolo e l’immagine della Compagnia. A Mondovì tra muratori e Gesuiti ci furono dei contrasti.
L’edificio sembrava non avere determinate caratteristiche, addirittura c’è chi pensava di abbattere una parte già edificata per ricostruirla, visti i numerosi difetti.
Andrea Pozzo intervenne convinto di poter correggere gli errori e i difetti e riuscì ad essere convincente e ad iniziare l’opera che lo terrà impegnato in città per 16 mesi.
Nel 1677 a Roma affrescò i corridoi della Casa Professa dei Gesuiti, un lavoro lasciato incompleto dal Borgognone. In questo periodo Andrea Pozzo si alternava tra la Compagnia di Gesù e la sua attività di pittore.
La sua più importante opera romana è la volta della Chiesa di S. Ignazio, la cosiddetta Apoteosi di Sant’ Ignazio che realizzò con l’aiuto di suoi allievi e qui si scoprirono anche le sue indubbie capacità di architetto.
Di lui si diceva che era un religioso e uomo d’arte con infinite virtù, umile e semplice, e che con la sua arte sarebbe stato annoverato tra i migliori architetti e scenografi del suo tempo.
Morì a Vienna il 31 Agosto 1709 e insieme a Gian Lorenzo Bernini e Peter Paul Rubens è oggi considerato uno dei tre grandi artisti che esprimono l’arte della Compagnia di Gesù e il Gesuita più conosciuto nel mondo.