Alessandro Allori, noto pittore italiano, fu conosciuto anche come Il bronzino.
Nacque a Firenze nel 1535 dai genitori Cristofano di Lorenzo e Dianora Sofforom. Alla morte del padre, fu Agnolo Bronzino a farsi carico dell’educazione del giovane, insegnandoli l’arte. A seguito della morte del suo mentore, il giovane Alessandro fu soprannominato “Il bronzino”. Durante gli anni dell’apprendistato i due artisti lavorarono ai fregi degli arazzi nel Salone dei Dugento a Palazzo Vecchio (1549-1553) ed in seguito affrescarono la cappella dei Pittori all’Annunziata (1567-71).
Furono anche gli anni in cui Allori si dedicò ad una serie di ritratti, fortemente influenzati dal suo mentore, fra cui compare unAutoritratto ed un ritratto di Caterina Soderini Ginoni (1560). Lavorò ad alcuni ritratti anche su commissione della famiglia Medici ed in particolare si ricorda il ritratto di Lucrezia Minerbetti del 1580. Sono stati invece smarriti i ritratti della famiglia Montauti a cui l’artista lavorò durante un viaggio a Roma (1554-1559).
Di ritorno a Firenze, Allori, lavorò alla cappella di Bastiano Montauti alla Annunziata affrescandolaed iniziò a studiare lo stile del Michelangelo e del Raffaello.
Nel 1563 Allori divenne membro della Accademia del Disegno e continuò ostinatamente a riprodurre lo stile del Michelangelo, molto evidente nella Deposizione, dal quale inizia a discostarsi nelle opere Pesca delle perle e il Convito di Cleopatra (1570 – 1571) realizzate per lo Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio.
In una nuova versione del proprio stile, più enfatico e melodrammatico, Allori realizzò alcuni quadri per la famiglia Salvati e la decorazione del palazzo in via del Corso con le Storie dell’Odissea (1579-82). Ritornò in questi anni la fruttuosa collaborazione per la famiglia medicea, per la quale realizza cartoni per gli arazzi a tema mitologico e sacro come Storie della Vergine per S. Maria Maggiore a Bergamo ed eseguì la decorazione del salone nella villa medicea di Poggio a Caiano.
Nel 1581 l’artista torno a Roma dove lavorò a diverse opere come la pala nella Badia di Passignano, il Cenacolo oggi nell’Accad. Carrara a Bergamo, la Resurrezione per il Carmine di Pisa, la Madonna in gloria nella chiesa di Olmi in Mugello. D’ispirazione fiamminga furono le successive opere come il S. Giacinto in S. Maria Novella (1592), l’Incoronazione della Vergine all’Accademia di Firenze (1593) e la Resurrezione di Lazzaro in S. Francesco di Pistoia (1594).
Negli ultimi anni della sua vita e della sua carriera, Allori produsse opere come il S. Fiacre in S. Spirito (1596), la Natività della Vergine all’Annunziata (1602), l‘ Annunciazione all’Accademia (1603) ed infine le Nozze di Canan in S. Agata (1606), spegnendosi l’anno successivo a quest’opera, a Firenze, a causa della gotta.