Umberto Dell’Orto nacque a Milano nel 1848. I suoi genitori morirono quando lui era piccolo, cosicché gli zii si presero cura di lui e lo mandarono a studiare in collegio. L’artista terminò gli studi all’università laureandosi in ingegneria, ma non volle continuare in questa direzione. Preferì frequentare la scuola dei paesaggisti Lelli e Pagliano ed apprendere la tecnica pittorica.
Muse ispiratrici per i dipinti antichi dei suoi paesaggierano le località preferite di alta montagna o le calme estive del lago di Como, e analizzava quasi con tormento i toni, i colori, le gradazioni delle vegetazioni, le luci e le trasparenze dei cieli e delle acque, come si vede nel quadro Riva di Malgrate.
Nel 1890 aprì uno studio. Quegli furono gli anni più proficui, anni in cui partecipò con i suoi dipinti a numerosissime mostre ed eventi; fu socio onorario dell’ Accademia di Brera nel 1885 e nel 1896 la Permanente gli dedicò una mostra postuma, con ben 154 dipinti.
Compiva spesso viaggi per trovare sempre nuove fonti di ispirazione: uno lo fece anche in Egitto, attirato dall’idea di colori vivi ed esotici. I suoi paesaggi più riusciti erano sicuramente quelli lacustri, ma anche i soggetti montani e le marine vanno presi in considerazione.
Dell’Orto fu anche ritrattista, anche se, come già detto, la sua inclinazione tese soprattutto alla pittura paesaggistica. Alcuni esponenti della nobiltà acquistarono suoi quadri, tra cui Vittorio Emanuele II.
I suoi dipinti più importanti sono: Il giogo del San Bernardino e Artiglieria da montagna, conservato alla Galleria d’arte moderna di Milano, insieme ad un altro quadro intitolato In giardino.
Fu premiato con una medaglia d’oro a Berlino nel 1891.
Morì giovane, a soli quarantasette anni (1895).