Ingo Maurer

Dopo gli studi e i primi lavori come tipografo e grafico in Germania e in Svizzera, Ingo Maurer si trasferisce negli anni ‘60 negli Stati Uniti, dove tra San Francisco e New York, lavora come designer indipendente. Nel 1966 ritorna in Germania e con la moglie fonda una piccola società Design M (che poi diverrà la Ingo Maurer GmbH) con l’idea di “progettare la luce”. Perché l’intento di Maurer non è infatti quello di disegnare e produrre lampade o lampadari, bensì la luce in sé. Le sue creazioni sono sin da subito fonte di emozioni, sono spesso allestimenti scenografici, dove l’importanza della percezione va di pari passo con quella dell’innovazione tecnologica. Per il mondo dell’illuminazione Ingo Maurer è, infatti, ingegnere, tecnico, scenografo, artigiano. Si ricordano vere e proprie opere scenografiche per le edizioni del Fuori Salone a Milano di grande impatto emotivo oltre che di presentazione dei suoi prodotti.

Tra i suoi capolavori si ricordano: il sistema a basso voltaggio “YaYa Ho” del 1984 costituito da una serie di cavi in tensione sui quali poggiano delle luci-sculture alogene in un sistema flessibile e adattabile. La lampada da muro “LuccellinoWall” una semplice ma poetica lampadina “alata”. Il celeberrimo lampadario “Zettel’z” del 1997, una vera scultura formata da fogli di carta giapponese, pagine stampate o pagine scritte a formare una specie di nuvola di parole sospese.

Del 2006 è il sistema a sospensione “Golden ribbon” un nastro costituito da due lastre luminose in alluminio ricoperte in foglia d’oro. Si parla spesso di arte per definire le sue creazioni ma in realtà ha saputo unire con spirito geniale, leggero, quasi infantile la tecnologia con il disegno, cioè la vera essenza del design.