Nel Seicento in area bergamasca era consueta la tecnica della decorazione policroma dei mobili. I lavori più raffinati prevedevano l’utilizzo dell’intarsio in avorio o in essenze lignee diverse. Proprio per imitare questa tecnica molto impegnativa e costosa, vennero in aiuto varie tecniche di colorazione, dalle più complicate alle più semplici. Come nel mobile qui presentato, il disegno veniva delineato con lo sgraffio o con la pirografia e poi tinto. A volte venivano applicate vernici colorate ottenute unendo pigmenti di colorazione diversa alle miscele oleo-resinose, a volte veniva utilizzata la tecnica “dell’acquetta” che, essendo simile all’acquarello, penetrava facilmente nel legno. In altri casi i decori venivano colorati o con i medesimi procedimenti della pittura su tavola con una vera e propria preparazione preliminare oppure con l’ebollizione con coloranti naturali, gli stessi che venivano utilizzati per la tintura delle stoffe.
Bibliografia:
Per un modello simile si veda per confronto: C. Alberici, Il mobile lombardo, Milano, 1969, pag. 99